Il divieto di elusione riguarda tutti
Negli ultimi anni, il tema dell’elusione delle sanzioni economiche imposte dall’Unione europea ha assunto una rilevanza crescente, soprattutto nei confronti della Russia e dei paesi “unlike minded” che adottano comportamenti contrastanti con gli obiettivi dell’UE. Per arginare il fenomeno, l’Unione europea ha introdotto misure sempre più dettagliate volte a chiudere le “loopholes”, ovvero le scappatoie normative che potrebbero favorire pratiche elusive.
Questa strategia non si limita a un divieto generale di elusione, ma si traduce in una fitta rete di obblighi e controlli che coinvolge tutti gli operatori economici, indipendentemente dalla loro effettiva esposizione al mercato russo. È un approccio multilivello, che combina monitoraggio e enforcement da parte delle istituzioni europee e nazionali.
Monitoraggio ed enforcement: misure sempre più stringenti
Il rafforzamento delle attività di controllo sull’elusione delle sanzioni ha visto un’attenzione crescente da parte delle autorità europee e nazionali. Questo ha portato all’attivazione di iniziative specifiche per garantire un’efficace applicazione delle misure restrittive.
Tra le azioni principali spicca l’istituzione di uno Special Envoy per l’esecuzione delle sanzioni. Questo rappresentante è incaricato di verificare eventuali pratiche elusive, monitorare le esportazioni dall’Unione europea, analizzare le importazioni dalla Russia e mantenere un dialogo con i paesi terzi coinvolti in triangolazioni commerciali sospette.
Un ruolo cruciale è svolto anche dalle autorità doganali, che hanno intensificato i controlli sui flussi commerciali. Sono state attivate procedure specifiche per individuare attività di esportazione sospette. Parallelamente, le autorità nazionali competenti sono impegnate in un contatto diretto con le imprese interessate, rispondendo alle segnalazioni della Commissione europea.
Per rafforzare ulteriormente il sistema di controllo, vengono utilizzate clausole di “catch-all”, che ampliano la portata dei divieti sanzionatori, e liste nazionali di controllo che definiscono le attività economiche da monitorare.
Clausola antielusiva: un principio cardine contro le triangolazioni
Il principale strumento normativo utilizzato dall’Unione europea per contrastare l’elusione delle sanzioni è l’articolo 12 del Regolamento (UE) n. 833/2014. Questa disposizione rappresenta la clausola antielusiva generale e stabilisce che è vietato partecipare, consapevolmente o intenzionalmente, ad attività che abbiano l’obiettivo o il risultato di eludere i divieti previsti dal regolamento.
Il divieto si applica anche a coloro che, pur non perseguendo deliberatamente tale obiettivo, sono consapevoli che la loro partecipazione potrebbe portare a tale risultato e accettano questa possibilità.
Questo principio non lascia spazio a interpretazioni ambigue, ponendo una chiara responsabilità su operatori economici e imprese. È una normativa che si applica non solo alle sanzioni verso la Russia, ma anche a quelle indirizzate alla Bielorussia, come stabilito dal Regolamento (CE) n. 765/2006.
Il ruolo della corte di giustizia dell’unione europea: il caso Afrasiabi
Un’importante conferma dell’approccio rigoroso dell’Unione europea in materia di elusione è rappresentata dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’UE nel caso Afrasiabi et al. (C-72/11). In questa decisione, la Corte ha stabilito che anche condotte non espressamente vietate dalla normativa sanzionatoria possono essere considerate elusive se il loro obiettivo o risultato è quello di aggirare i divieti imposti.
Questo orientamento rafforza il quadro giuridico antielusivo e sottolinea come l’Unione europea sia determinata a prevenire qualsiasi forma di manipolazione delle normative sulle sanzioni, garantendo che gli obiettivi politici e strategici delle stesse siano rispettati.
Un impegno senza precedenti per garantire il rispetto delle sanzioni
Le misure introdotte dall’Unione europea evidenziano un impegno senza precedenti nel contrastare le pratiche elusive. La combinazione di normative dettagliate, controlli intensificati e un monitoraggio rigoroso rappresenta una risposta decisa ai rischi derivanti dalle triangolazioni commerciali e dalle attività che minano l’efficacia delle sanzioni.
Questa strategia non solo rafforza la credibilità dell’Unione europea sul piano internazionale, ma protegge anche l’integrità del mercato unico, ponendo un argine ai tentativi di aggirare le regole. Un messaggio chiaro: la lotta all’elusione non è solo una questione di diritto, ma un elemento fondamentale per tutelare la stabilità economica e politica globale.
Le sfide di E.A.A.M.S. in un mercato in continua evoluzione
L’introduzione di norme sanzionatorie così pervasive, che si applicano anche a soggetti non direttamente coinvolti nei rapporti con la Russia, rappresenta un cambio di paradigma per la comunità imprenditoriale europea. E.A.A.M.S. dovrà come sempre gestire e affrontare il cambiamento con il consueto spirito innovativo.
La rigidità delle misure, unite alla crescente attenzione delle autorità di enforcement, impone alle aziende un nuovo livello di responsabilità e vigilanza sui loro processi, anche per chi lavora “all’oscuro” delle tensioni internazionali. Per gli spedizionieri doganali, questo è un momento cruciale per affermarsi come partner strategici e per distinguersi in un mercato in continua evoluzione.
L’obiettivo di E.A.A.M.S. – attiva da oltre 40 anni nel settore della logistica, delle spedizioni internazionali e dell’assistenza fiscale e doganale alle imprese operanti in Italia – è da sempre quello di rimanere competitiva sul mercato e di adeguarsi con celerità e professionalità ai nuovi scenari internazionali.
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